Dolore alla testa e alimentazione
Nel dolore alla testa una alimentazione coerente con il trattamento applica strategie idonee a contenere l’infiammazione e la acidificazione.La alimentazione coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere cooperare a terapia specifica favorendo o consentendo il processo di guarigione. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una alimentazione coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. Il dolore alla testa può essere talvolta di tale intensità da impedire la vita quotidiana. Si tratta di una patologia che affligge ogni anno sempre più persone. I pazienti con dolore alla testa soffrono episodi intensi intervallati da una latenza clinica priva di fastidi significativi.
Il dolore alla testa ricorrente si manifesta con una prevalenza nel sesso femminile e può in certi casi essere unilaterale prendendo il nome di emicrania. Emicrania e il dolore alla testa condividono i seguenti segni e sintomi: dolore a un solo lato della testa talvolta alternante, fotofobia, fonofobia, osmofobia, nausea, vomito, astenia e prostrazione. I sintomi del dolore alla testa possono attenuarsi con il riposo o la permanenza in ambiente buio e silenzioso. La terapia convenzionale si avvale spesso di farmaci antinfiammatori perché in grado di bloccare alcuni passaggi chimici fondamentali dei precursori delle prostaglandine, di cui è bloccata la sintesi. Le cause riconosciute dalla medicina convenzionale per il dolore alla testa sono multiple: genetiche, vascolari, neurologiche, alimentari, degenerative, allergiche, ambientali, endocrine e psicologiche. Il dolore alla testa appartiene pertanto alle malattie a genesi multifattoriale. Un fattore da solo non riesce a scatenare il disturbo, ma la loro combinazione può essere determinante l’insorgenza di dolore.
Una alimentazione coerente con il trattamento è utile per applicare strategie alimentari idonee a ridurre l’ infiammazione cronica e la situazione metabolica iperacida tipica in questi pazienti. Qualità del cibo e orario di assunzione interferiscono in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Cibo inadeguato comporta, infatti, una disregolazione del ritmo circadiano dei glucocorticoidi. Alla presenza uno stile di vita dettato dalla pubblicità e dalle abitudini o tradizioni, si assiste a un’alterazione dell’asse HPA. Gli effetti negativi di una circadianità perduta cortisolo e delle alterate retroazioni ormonali comportano l’alterazione della corretta risposta infiammatoria. Una alimentazione coerente con il trattamento seleziona i pasti secondo le retroazioni ormonali indicate, determina un equilibrio acido-base e un contenimento della risposta infiammatoria, della acidifciazione e del carico tossine immesse dall’industria alimentare nel cibo. La alimentazione coerente è uno strumento rilevante anche nella prevenzione oltre che nella cure di molte malattie. Cibo e terapia sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite alimentazione è integrativo e non sostituitivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso l’Ordine dei Medici. La strumentazione per eseguire l’ analisi della composizione corporea è la premessa per un lavoro efficace. Il trattamento in alimentazione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello