Reflusso e alimentazione
Nel reflusso è utile un’ alimentazione coerente per modificare quelle abitudini alimentari che favoriscono la sua insorgenza. Il reflusso gastroesofageo è una malattia causata dalla fuoriuscita nell’esofago del contenuto acido dello stomaco. Il reflusso può determinare nell’esofago lesioni infiammatorie di diversa intensità e gravità. L’acido cloridrico che viene a contatto in questo modo con la mucosa dell’esofago provoca l’esofagite. Col tempo l’infiammazione può evolvere in danni al tessuto dell’esofago, sotto forma di erosioni, piccole ulcere o degenerazioni. Tenendo presente che il tempo di svuotamento gastrico il reflusso è tale se si manifesta oltre il tempo dovuto. Le cause del reflusso possono essere le malattie delle stomaco, del cardia, la valvola che separa stomaco da esofago e l’eccessiva produzione di acido. Anche in seguito all’assunzione di sostanze stimolanti o farmaci si può osservare il reflusso gastroesofageo.
Altre volte la causa è da ricercare nell’assunzione di pasti troppo abbondanti e nella sofferenza dovute a stress. Infine sono predisponenti tutte quelle condizioni che determinano un aumento della pressione gastrica, come l’obesità e la gravidanza. I sintomi esofagei del reflusso gastroesofageo sono: sensazione di bruciore retro sternale, il rigurgito, la disfagia, l’alitosi, l’odinofagia e il dolore toracico. I sintomi extraesofagei del reflusso sono le infiammazioni oro-faringee, l’ infiammazioni laringee, le ulcere, i granulomi delle corde vocali e bronco-polmonari. L’ alimentazione è da associare alla terapie specifiche del reflusso per bilanciare favorevolmente la reazione acidificante o basificante degli alimenti ingeriti. Il metabolismo legato alla digestione è connesso a processi biochimici culminanti in produzione di acidita o alcaliinita. L’equilibrio tra le due possibilità, è una variabile della vita molto precisa. Infatti i valori fisiologici del pH oscillano in modo ristretto solo tra 7.38-7.44. Fuori da, questa limitata escursione cessa la vita. L’organismo dispone pertanto di sistemi di compensazione per le oscillazioni di questo parametro tra le quali è rilevante la produzione di acido cloridico nello stomaco. Per mantenere migliorare il disturbi del reflusso è utile una nutrizione con maggiore tendenza all’alcalinità. La nutrizione moderna è purtroppo caratterizzata da un eccesso di cibi acidificanti e dall’impoverimento dei cibi alcalinizzanti. I sistemi tampone sono composti che possiedono la proprietà di contenere, entro limiti molto ristretti, le variazioni del pH e contribuiscono pertanto in modo essenziale alla vita. Oltre ai sistemi tamponi anche la funzione respiratoria e la funzione renale dell’organismo interagiscono tra loro per controllare il pH dei liquidi organici. Superati precisi limiti rilevabili strumentalmente può essere opportuno la supplementazione di sistemi tampone all’ alimentazione. Le cause maggiori per la tendenza all’acidita implicata nel reflusso diffusa della popolazione affluente presso gli studi specializzati in alimentazione sono:
- stress emozionale
- alcool, fumo e altri tossici
- sport intenso
- sedentarietà
- abitudine a bere poca acqua
- farmaci
- eccesso di alimenti acidificanti quali carboidrati, carne, formaggi e salumi
- insufficiente apporto di alimenti alcalinizzanti quali frutta e verdura
- alterazione industriale della qualità del cibo
- conservazione, colorazione e cosmesi del cibo
- mancato rispetto dei ritmi circadiani e delle stagioni
La prima soluzione al reflusso è rappresentata da una corretta alimentazione bilanciata di alimenti basici. Le tabelle del PRAL possono essere indicative di tali rapporti, ma è preferibile che sia un esperto a determinarli per il singolo paziente. In ogni caso è sempre necessario verificare svariate patologie che possono favorire reflusso. La alimentazione con bilanciamento del PRAL degli alimenti assunti e la terapia di eventuali patologie concomitanti sono il primo presidio di trattamento per il reflusso al quale può essere necessario aggiungere la supplementazione con sostanze tampone. In commercio sono presenti svariate formulazioni con caratteristiche ed efficienza diverse. L’efficacia dell’uso di sostanze tamponanti dipende dalla situazione clinica del paziente, dalle dosi somministrate e dalla capacità del soggetto di assimilare i tamponi. Pertanto è necessario che un medico valuti la situazione clinica di ogni soggetto prima di inserirlo nell’ alimentazione. La supplementazione e intergrazione esigono uno stardard elevato di precisione. Eccessi e difetti nella supplementazione possono essere causa di disturbi piuttosto che la loro soluzione. Anche i campi emozionali e i conflitti biologici comportano una tendenza al reflusso. Tali aspetti sono altrettanto oggetto di valutazione. L’ equilibrio del cibo assunto tramiti i parametri della alimentazione è sempre il primo passo in terapia. Dove fosse necessario gli aspetti emozionali e conflittuali possono esser successivamente trattati tramite la medicina biologica.
L’ alimentazione è uno strumento all’interno di una terapia di cui costituisce parte e che non sostituisce. Prima di praticare la alimentazione è necessaria l’osservazione dei sintomi espressi, la diagnosi, gli esami clinici, la valutazione delle interazioni con altre forme di terapia, la valutazione delle cause attive delle malattie e la conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali la alimentazione possa costituire alternativa o integrazione. Per l’ alimentazione si consiglia di rivolgersi a un medico che operi solo tramite la verifica strumentale delle sequenze nutrizionali e delle terapie associate proposte al paziente. L’ alimentazione non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario l’ alimentazione stabilisce con esse una virtuosa sinergia e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Alimentazione a Roma