Parestesie e alimentazione coerente il trattamento
Per le parestesie è utile la alimentazione in associazione ad una terapia specifica, per applicare strategie alimentari idonee a contenere la risposta infiammatoria e la acidificazione. Si tratta di una metodica complessa integrata in una cura che non si deve concludere con la sola prescrizione di una alimentazione. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante della terapia. Le parestesie sono un’alterazione della sensibilità denominate anche formicolii. Le parestesie sono una condizione caratterizzata da fenomeni sensitivi sine materia a livello locale. Sono dovute da un impegno del sistema nervoso centrale o periferico, ma possono avere anche cause circolatorie. Nelle parestesie una alimentazione coerente si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni.
Tra le cause nervose possono esserci lesioni al tessuto nervoso causate da interventi chirurgici, lesioni, ernie, o anche da malattie o l’intossicazione da metalli pesanti. Più raramente ma non di minore importanza le parestesie possono essere anche sintomo di diabete mellito, ipotiroidismo e di sclerosi multipla. I disturbi si manifestano anche quando si posiziona un arto in una posizione scorretta o per intossicazione da farmaci. La causa più frequente è però la sofferenza di un nervo.
In questo caso le senzazioni si proiettano nel distretto connesso al nervo impegnato. La sintomatologia è spesso unilaterale, ma può esprimersi anche bilateralmente. Le parestesie possono essere direttamente una patologia del nervo corrispondente o apparire come sintomo di una altra malattia che lo determina. La diagnosi di un medico è pertanto sempre necessaria e precorre qualsiasi trattamento. Le forme più comuni includono principalmente gli arti superiori o inferiori. Una alimentazione coerente con il trattamento della parestesie applica strategie alimentari idonee a ridurre l’ infiammazione cronica e la situazione metabolica iperacida tipica in questi pazienti. Il cibo routinariamente assunto interferisce in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Stress e cibo inadeguato comportano entrambi una disregolazione testa del ritmo circadiano dei glucocorticoidi. Alla presenza di stress o cibo errato nella qualità e orario di assunzione, si assiste a un’alterazione dell’asse HPA. Gli effetti negativi di una circadianità perduta cortisolo e delle alterate retroazioni ormonali comportano l’alterazione della corretta risposta infiammatoria. La alimentazione coerente con il trattamento, seleziona i pasti secondo le retroazioni ormonali indicate, determina un equilibrio acido-base e un contenimento della risposta infiammatoria.
La alimentazione coerente è anche uno strumento di prevenzione importante per molte malattie. Cibo e cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite alimentazione è integrativo e non sostituitivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in alimentazione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello