Curcuma in una alimentazione coerente con la prevenzione o terapia
L’ impiego di fitoterapia e in particolare della curcuma durante una alimentazione coerente con prevenzione o terapia è utile per contenere la necessità di farmaci. La curcuma longa è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle zinziberaceae. I fiori della curcuma sono a spiga, bianchi o gialli protetti da una brattea rosa o verde. Le foglie verdi sono molto ampie, oblunghe con nervature quasi parallele, fornite di un lungo picciolo; la lunghezza della foglia può raggiungere il metro. Il frutto della curcuma è una capsula che contiene numerosi semi. La curcuma possiede un caratteristico rizoma sotterraneo giallo arancio all’interno e una sottile corteccia esterna più scura, fornito di radichette denominate turmeric dall’inglese. La curcuma origina in Asia meridionale ed è coltivata in varie parti del mondo come spezia e colorante alimentare (E100).
In sanscrito kum-kuma e in persiano-indiano kour-koum significa zafferano, infatti la curcuma viene spesso denominata come “zafferano delle Indie”. La curcuma è conosciuta come spezia da secoli per il suo potere aromatizzante e digestivo ed è impiegata nella cucina indiana nella composizione del “curry” a cui conferisce il classico colore giallo. Di questa spezia se ne ha menzione in un trattato di medicina assira del 600 a.C. La droga è costituita dal rizoma . Il rizoma dopo la raccolta viene bollito ed essiccato, isultando giallo o giallo-bruno. Dal rizoma della curcuma se distillato in corrente di vapore si ricava un olio essenziale costituito da sesquiterpeni ovvero turmerone, zingiberene e curcumene. Componenti della curcuma sono i curcuminoidi di cui il principale è la curcumina responsabile del colore giallo. La curcuma è anche fonte di polisaccaridi ad attività immunologica come l’ukonane.
La curcuma viene impiegata nella medicina Ayurveda e nella medicina popolare cinese come antiossidante, antinfiammatorio, detossificante, immunostimolante, digestivo, stimolante dell’appetito e della funzionalità epatica esercitando un’azione protettiva nei confronti delle tossine aumentando la concentrazione del glutatione e stimolando la secrezione di acidi biliari favorisce la digestione dei grassi. Queste attività sono riconosciute e approfondite dalla medicina moderna. La curcuma possiede attività farmacologiche accertate e impiegata in diverse preparazioni fitoterapiche.
L’applicazione locale del rizoma in caso di punture di insetto, scottature, ferite e malattie della pelle è molto frequente nell’uso tradizionale in India, attività confermata dalla ricerca. Una delle attività principali della curcuma è l’impiego come antiossidante nei confronti dei radicali liberi coinvolti nell’aggravamento delle patologie neurodegenerative. Il basso tasso di incidenza di queste malattie nella popolazione indiana consumatrice abituale di questo nutriente indica un suo ruolo preventivo. La curcumina potrebbe anche essere coinvolta nella prevenzione dei tumori intestinali e soprattutto arrestarne la crescita, azione dovuta alla capacità della curcumina di indurre la morte di alcuni tipi di cellule tumorali bloccando la formazione dei vasi sanguigni che vanno ad alimentare queste cellule, sottraendo alla cellula tumorale il nutrimento che ne permette l’accrescimento. Anche queste tipologie di tumori hanno infatti bassa incidenza nella popolazione asiatica. Ovviamente il ruolo preventivo supposto è ancora da definire nei meccanismi e nella estensione.
Bisogna considerare però che alcuni principi attivi agiscono in sinergia alla curcumina, ad esempio la piperina, contenuta nel pepe nero e l’epitallocatechina gallato contenuta nel tè verde. Queste sostanze aumentano l’assorbimento della curcumina alzandone i livelli ematici tanto da aumentare la risposta terapeutica nei confronti dell’apoptosi delle cellule tumorali in soggetti trattati con questi rimedi affiancando i tradizionali chemioterapici opportunamente dosati e suggeriti dalla medicina allopatica. Studi recenti hanno dimostrato infine anche un’attività ipoglicemizzante della curcumina.
La alimentazione e la prescrizione di fitoterapia esigono competenza congiunta in entrambi i campi ed è pertanto consigliabile rivolgersi a un medico esperto. Eccessi e difetti nei dosaggi possono essere causa di disturbi piuttosto che la loro soluzione. Le interazione della fitoterapia con la alimentazione è vantaggiosa per il paziente, ma richiede una precisa valutazione. L’automedicazione è pertanto poco raccomandabile. Tutte le valutazioni sono da rapportare all’ analisi di composizione corporea, necessaria per stabilire con precisione nel singolo paziente, la nutrizione corretta e la somministrazione di fitoterapia. Anche i campi emozionali e i conflitti biologici patiti dal paziente sono oggetto di indagini perchè la composizione corporea esprime interazioni precise anche a livello emozionale e mentale.
La alimentazione coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere la risposta infiammatoria e la acidificazione associata a molte patologie. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una alimentazione coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. La alimentazione coerente è anche uno strumento di prevenzione importante per molte malattie. Cibo e cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite alimentazione è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in alimentazione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello