Antibiotici e alimentazione coerente con il loro impiego
.Nella infezione una alimentazione coerente con il trattamento a base di antibiotici applica strategie nella scelta del cibo idonee a contenere l’infiammazione e la acidificazione tipica di questi pazienti. La alimentazione coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere cooperare a terapia specifica favorendo o consentendo il processo di guarigione. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una alimentazione coerente si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata, trascurata se non omessa nelle prescrizioni. In caso di prescrizione di antibiotici è utile associare la alimentazione coerente per contenere estensione e dose di tale trattamento. La terapia convenzionale dell’ infezione ricorre alla somministrazione di questi farmci con risultati positivi, ma purtroppo anche con problemi. Gli antibiotici usati nell’ infezione sono farmaci di sintesi in grado di uccidere batteri. Gli antibiotici curano l’ infezione bloccando la proliferazione dei batteri o di eliminandoli, come batteriostatici o battericidi. Gli antibiotici non hanno un effetto contro i virus, miceti o parassiti per i quali sono necessari altri generi di chemioterapici.
Curare una infezione con antibiotici implica il rischio di allergie, tossicità, interazioni e controindicazioni come tutti i farmaci. Si tratta di rischi notevoli, talvolta purtroppo anche letali connessi però all’uso di farmaci in terapia e non specificatamente degli antibiotici. Alcuni rischi nell’uso di antibiotici sono invece specifici. Un danno particolare degli antibiotici riguarda l’eliminazione dei batteri buoni o salvavita. Gli antibiotici uccidono oltre ai batteri patogeni anche i batteri simbionti. I batteri simbionti sono quelli che popolano l’organismo umano naturalmente, svolgendo funzioni essenziali alla vita. Generalmente i batteri simbionti sono presenti in molti tessuti, ma lo sono in particolar modo nell’intestino. Il microbiota umano è l’insieme dei batteri simbionti che si trovano ad abitare nell’uomo svolgendo funzioni essenziali alla vita, tra le quali anche proteggere dalle infezioni. Il microbiota umano è un buon esempio di mutualismo: cooperazione tra differenti tipologie di organismi che apporta un vantaggio ad ognuna. Il microbiota umano si sviluppa nel corso dei primi giorni di vita e sopravvive a lungo, salvo malattia, infezione o uso di antibiotici. Il microbiota dovrebbe essere considerato come un organo metabolico basilare per la fisiologia e la salute. La terapia delle infezioni sempre e comunque con un antibiotici interferisce con la salute o la vita del microbiota. Questa tipologia di danno è accettabile solo quanto l’infezione che si vuole trattare, esprime realmente un rischio biologico superiore al danno.
Un ulteriore danno derivante dall’uso eccessivo di antibiotici nelle infezioni è la resistenza batterica. L’impiego disinvolto e ripetuto di antibiotici, causa la loro inefficacia, in quanto i batteri sono in grado di sviluppare una resistenza nei confronti di ciò che viene assunto con frequenza. La resistenza rende i batteri immuni agli antibiotici, annullandone gli effetti terapeutici e esaltando in tal modo gli effetti tossici. La resistenza batterica indotta tramite un uso superficiale e disinvolto in terapia comporta purtroppo anche il decesso per quei soggetti con infezioni gravi per i quali non si trova talvolta terapia adatta. L’uso eccessivo di antibiotico riguarda l’allevamento del bestiame senza neppure la presenza di focolai di infezione. Nell’allevamento del bestiame ad uso alimentare, una copertura “preventiva” con antibiotici degli animali comporta certamente un maggior guadagno per l’allevatore, ma anche una maggiore esborso per i sistemi sanitari e sociali relativamente ai costi connessi alla resistenza nella terapia umana. L’uso disinvolto di antibiotici nelle infezioni che non li richiederebbero, avviene purtroppo anche nella relazione medico-paziente. Troppo spesso si curano con con farmaci malattie che potrebbero essere trattata in altro modo, aggravando in tal modo non solo il fenomeno della resistenza.
In caso di una infezione che richiedesse per l’uso di antibiotici è utile associare la alimentazione coerente per evitare i comportamenti alimentari che favoriscono le infiammazioni e per aumentare i cibi a PRAL negativo. La alimentazione routinaria del paziente e l’ infezione sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. La alimentazione coerente può interferire favorevolmente su tali rapporti contribuendo a una migliore gestione dell’ infezione. Una alimentazione coerente con il trattamento è utile per applicare strategie alimentari idonee a favorie la terapia. Qualità del cibo e orario di assunzione interferiscono in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Cibo inadeguato comporta, infatti, una disregolazione del ritmo circadiano dei glucocorticoidi. Alla presenza uno stile di vita dettato dalla pubblicità e dalle abitudini o tradizioni, si assiste a un’alterazione dell’asse HPA. La alimentazione coerente è uno strumento rilevante anche nella prevenzione oltre che nella cure di molte malattie. Cibo e terapia sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite alimentazione è integrativo e non sostituitivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso l’Ordine dei Medici. La strumentazione per eseguire l’ analisi della composizione corporea è la premessa per un lavoro efficace. Il trattamento in alimentazione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello